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Premio 1986 – Riccardo Marchi


Riccardo Marchi (1897-1992) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Nacque a Livorno da Vittorio, proprietario di una fabbrica artigianale di sapone e da Zaira Mazzoni. La precoce scomparsa del padre, che morì lasciando ai figli un cumulo di cambiali da pagare, lo costrinse ad abbandonare giovanissimo gli studi per occuparsi della saponeria di famiglia. Si iscrisse bensì ai corsi di una scuola privata ad indirizzo tecnico ma non riuscì tuttavia a completarla. Allo scoppio della prima guerra mondiale vi partecipò in qualità di telegrafista. Anche il fratello Virgilio, che si era laureato in architettura, vi prese parte col grado di ufficiale. Terminato il conflitto tornò a dedicarsi con impegno alla conduzione della fabbrica di sapone che riuscì a rendere produttiva. Contemporaneamente completò la propria formazione autodidatta aiutato anche dal fratello che lo introdusse nei circoli culturali livornesi. In questo periodo partecipò attivamente alla vita politica cittadina, scrisse articoli sul quotidiano La parola del socialisti e, durante l’amministrazione guidata dal socialista Uberto Mondolfi, divenne consigliere con delega all’istruzione. Dopodiché iniziò la sua attività di giornalista e, nel 1921, partecipò come giornalista al congresso del Partito Socialista Italiano dal quale nacque il Partito Comunista d’Italia. Nel 1928 scrisse il romanzo Circo equestre col quale vinse il premio letterario dei Dieci, presieduto da Massimo Bontempelli, assieme a Fausta Cialente che si era presentata con Natalia, il suo primo romanzo. Nel 1933 un suo secondo romanzo, Lo sperduto di Lugh, gli valse la medaglia d’argento al Premio Viareggio. Successivamente scrisse radiodrammi e radio fiabe e, assieme a Corrado Alvaro, divenne membro di una autorevole commissione della E.I.A.R. Nel secondo dopoguerra divenne cronista e critico cinematografico dei quotidiani Il Telegrafo e Il Tirreno. Nel 1955 cessò del tutto l’attività commerciale. Poté così dedicarsi liberamente alla sua vocazione letteraria scrivendo romanzi rievocativi in parte autobiografici come Via Eugenia millenovecento e come la trilogia di Anteo un suo personaggio nel quale egli a tratti si identificava: Anteo va alla guerra (1980), Anteo legionario (1981) ed infine Anteo e i suoi tre padri (1993), il suo ultimo romanzo.