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Restauriamo il portone della Chiesa Santa Giulia in Livorno


Un contribuito per la Patrona della città

Nei service si materializzano gli scopi del lionismo ed in essi si identifica il prodotto principale della sua attività attraverso la migliore resa delle risorse umane e di mezzi: la qualità dell’organizzazione e degli uomini sono il presupposto per la riuscita, ma è la persistenza a condizionare sempre l’efficienza.

Ed è a questa persistenza del Lions Club Livorno Host che si deve il risultato ottenuto, negli anni 1994-2000, nel restauro dell’Oratorio di San Ranieri presso la Chiesa di Santa Giulia in Livorno, un importante quanto sconosciuto, monumento del 1696, espressione della storia e dell’arte locale, ed in qualche modo anche della Toscana.

L’intervento interessò la ricognizione storica, la progettazione, la direzione lavori e la ricerca dei fondi economici e riguardò le opere  edili necessarie sulle strutture murali e di copertura, gli interventi di restauro degli affreschi sulle pareti e sulla volta, il risanamento del seicentesco coro ligneo e della pavimentazione in pietre policrome opera della scuola fiorentina “delle pietre.

Al momento il portone richiede piccoli interventi di manutenzione per un importo di 3.050 € iva inclusa.

Storie


La testimonianza del service

All’inizio degli anni novanta il socio Giovanni Novelli informò il Club che una struttura di importanti caratteristiche storiche, culturali e religiose, di proprietà della Confraternita del S.S. Sacramento e di Santa Giulia, l’Oratorio di San Ranieri, presentava delle criticità perché si stavano distaccando gli affreschi seicenteschi della volta e la Confraternita non aveva le risorse economiche per far fronte ad un intervento urgente di restauro.

Nel 1993 il club contattò le Istituzioni locali sensibilizzandole sull’importanza dell’opera e sull’ urgenza dell’intervento di restauro. Furono coinvolte la Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno, la Soprintendenza ai Monumenti di Pisa, il Ministero per i Beni Ambientali e Culturali, la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio, l’Archivio di Stato. Fu coinvolta anche la Ditta Mapei con il suo Centro Ricerche per valutare e quantificare gli interventi di consolidamento e di restauro il che permise di definire in prima approssimazione l’entità degli interventi, assommanti a 491 milioni di lire, pari a poco meno di 254.000 €.

Nel 1994 fu organizzato un Meeting per illustrare a tutte le Istituzioni interessate la ricerca svolta nonché la necessità di reperire fondi: l’evento ebbe una risonanza mediatica particolare, i giornali locali riportarono la notizia e le Istituzioni furono opportunamente sensibilizzate.

Per dar seguito al progetto fu poi decisa la costituzione di un apposito Comitato (intitolato I Lions per il restauro dell’Oratorio di San Ranieri) costituito dai Soci Giovanni Novelli, Vincenzo Costa e Roberto Cappalli. Lo scopo era quello di favorire, mediante l’impegno dei Soci Lions, il recupero artistico ed architettonico dell’Oratorio di San Ranieri con un’opera di coordinamento e secondo un piano pluriennale di intervento rivolto alla ricerca di idonee sponsorizzazioni per il finanziamento dell’intervento, che tale iniziativa potrebbe essere realizzata portandola a compimento entro il 1996 anno nel quale ricorrerà il 300° anniversario dell’inizio della costruzione dell’Oratorio. Al Comitato si affiancarono nel tempo personalità delle Istituzioni, soci del Club, Associazioni culturali, storiche e religiose.

I finanziamenti più consistenti derivarono dalla Soprintendenza di Pisa, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno, dai Soci del Lions Club Livorno, dalla Confraternita del S.S. Sacramento e di Santa Giulia, da privati cittadini a seguito di eventi opportunamente organizzati.

La presentazione dei progetti, la loro approvazione, la stipula dei contratti di appalto, l’esecuzione delle opere, i collaudi si svilupparono in maniera organica ed ordinata e si pervenne alla fine dei lavori nel Dicembre del 2000, dopo il loro inizio nel 1997. Le opere furono condotte dalle ditte livornesi Intel (elettricità), Aliboni (falegnameria), Perugino (ponteggi ed opere edili), Re.De. (restauro affreschi, pavimentazione ed altare) oltre che dalle lucchesi Lo studiolo (restauro tele) e Delle Monache (restauro panche lignee).

Nel maggio del 2001 fu pubblicato un libro, a cura della dott.ssa Antonia D’Aniello, Direttrice dei Lavori degli Affreschi per conto della Soprintendenza di Pisa, dalla casa editrice livornese “Le Sillabe” che documentava il lavoro svolto e l’importanza dell’opera recuperata.

L’intervista al socio Ingegner Roberto Cappalli

Roberto CappalliCome fosti coinvolto nel progetto?
Ero entrato nel club nel 1991 con entusiasmo in quanto mi sentivo onorato del fatto che un collega livornese, l’Arch. Walter Martigli, avesse reputato valida la mia presenza in una pregiata Associazione di Servizio. Già nei primi anni di frequentazione del Club fui coinvolto e cooptato a far parte dei Consigli Direttivi e spronato a partecipare ai Gabinetti Distrettuali: ricordo in particolare la mia presenza a Firenze, con il labaro del Club, alla costituzione del Distretto 108 La (in separazione dall’originario unico 108L con Lazio e Sardegna). Compresi subito lo spirito di servizio dell’Associazione e dei Soci, col Club non un luogo di semplice incontro o di parcheggio quanto, piuttosto, una sede che permetteva a chi lo voleva di rendersi utile mettendo a disposizione la propria professionalità. Iniziai con l’occuparmi della cartellonistica Lions da installare all’ingresso della nostra città ma fu un insuccesso non trovando disponibilità nelle Istituzioni locali. Proseguii con il censimento dei monumenti labronici che necessitavano di intervento manutentivo (delfini in bronzo dell’Ardenza, fontana del Nettuno in Piazza Modigliani, la porta San Marco, il Villano sugli Scali d’Azeglio ed altri…) il tutto redatto con specifiche schede ed inviate alla Soprintendenza di Pisa ed al Comune di Livorno. Poi Novelli mi chiese di aiutarlo nel progetto San Ranieri…

In cosa consistette il tuo apporto professionale?
Mi resi disponibile a predisporre tutto il materiale progettuale necessario per poter richiedere le autorizzazioni alle Istituzioni preposte e nel 1993 iniziai il rilievo dimensionale e fotografico dettagliato dei luoghi per poter raffigurare l’edificio con piante, prospetti e sezioni, incluso il rilievo delle strutture di contorno per l’evidenziazione di criticità esistenti. Poi proseguii con una ricerca storica del Complesso religioso di Santa Giulia e dell’Oratorio nella documentazione della Confraternita, della Diocesi, del Genio Civile e presso il Palazzo dei Cavalieri di Pisa: nell’arco di 5/6 mesi elaborai una serie di cartelle illustranti la storia del fabbricato dalle origini. Fornii gratuitamente la progettazione complessiva e la direzione dei lavori.

Quali furono i maggiori problemi incontrati?
Prima della costituzione del Comitato si riflettè a lungo sulle responsabilità che il club avrebbe dovuto e potuto assumersi ma il confronto fu produttivo ed ogni perplessità fu presto superata. L’accesso fisico ai fondi, poi, richiese tempi più lunghi dell’immaginato e conseguente pazienza: la previsione di completamento inizialmente era per il 1996 ed invece si giunse al 2000…

Chi furono gli altri principali protagonisti dell’avventura?
Oltre all’ideatore, il compianto socio Giovanni Novelli, sicuramente il socio Vincenzo Costa ma anche il socio notaio Roberto Mameli che redasse l’atto pubblico del 26 maggio 1994. Al di là dei vari presidenti del club che non fecero mai mancare il loro appoggio il socio architetto Antonio Santalena, in particolare, fu presente nel supporto progettuale e realizzativo mentre il socio dottor Sergio Galli seguì gli aspetti di contabilizzazione.

Le maggiori soddisfazioni?
Dal restauro l’Oratorio ha iniziato ad essere usato molto e gli apprezzamenti sul suo restauro non sono mai lesinati. La recente visita del Lions Club di Grosseto è solo l’ultima dimostrazione dell’interesse che la cosa ha generato. A livello personale non posso dimenticare come, a progetto concluso, il mio padrino Lions, l’architetto Martigli mi disse che era orgoglioso di avermi presentato al club.